App “Immuni”, Pacitti: Idea buona ma sia garantita la sicurezza dei dati

Entro il 18 maggio, almeno secondo le notizie nazionali, sarà disponibile la nuova app “Immuni” voluta dal Governo e scaricabile sugli smartphone, destinata al tracciamento della popolazione contro il Coronavirus e in particolare delle persone contagiate e dei contatti stretti avuti dalle stesse nelle ultime due settimane a partire dal giorno dell’accertamento della positività al Covid-19. Anche in Molise, come d’altronde nel resto d’Italia, serpeggiano i timori e lo scetticismo. Non solo perché quando si parla di privacy ci si drizzano le antenne ma anche perché viaggiamo ancora in una fase di costruzione e le fake news non mancano. Tre giorni fa il Garante della Privacy ha dato il via libera all’applicazione chiedendo garanzie. Sullo stesso piano è il delegato provinciale di Campobasso di Federprivacy, Stefano Pacitti, che è anche presidente provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e che abbiamo contattato per un parere.

Se verranno rispettate le linee guida del Garante, quindi l’app rispetterà tutte le regole e le misure di sicurezza, dalla gestione dei dati personali al diritto all’oblio, non ci sarà da preoccuparsi“, ha affermato Pacitti, raggiunto telefonicamente. – Il Governo ha fatto qualcosa che poche volte ricorda di fare, dovendo poi correre ai ripari, ossia ha consultato il Garante della privacy prima di adottare un provvedimento. Inoltre in questo momento bisogna bilanciare gli interessi. Prevale il diritto alla salute o il diritto alla privacy? Diciamo che il primo ha qualche punto in più rispetto all’altro. Ciò non toglie che il secondo non debba essere tutelato il più possibile“. Detto in sintesi, questa app, che sarà gratuita e non obbligatoria, individuerà – grazie ai dati forniti a livello centrale dal Governo, o chi per esso, che raccoglie le informazioni ricevute dalle strutture sanitarie territoriali – le persone positive al Covid-19. La stessa app sarà in grado di stabilire, sfruttando anche altre funzionalità degli smartphone, gli ultimi contatti stretti avuti dal proprietario del telefono, per agevolare la definizione della mappa epidemiologica e avviare gli isolamenti preventivi. Ciò, stando almeno allo stato attuale della proposta, attraverso la generazione di un codice che viene automaticamente assegnato ad ogni smartphone che ha l’app installata. Il contatto “stretto” del contagiato verrà quindi segnalato e avvertito probabilmente tramite una notifica.

Cosa ne pensano i molisani? Abbiamo provato a contattare quattro persone di Campobasso, due uomini e due donne. “L’idea di base non è male – afferma Francesco, 36 anni, – secondo me però non tutti la scaricheranno perché si è fatta una campagna informativa lacunosa sull’aspetto tracciabilità e sarà difficile convincere molti utenti, che a mio avviso ignorano il fatto che la tracciabilità è già presente in molte app, della necessità di questa applicazione. E poi c’è una buona fetta di popolazione anziana che non ha lo smartphone o comunque un telefono che possa consentire il suo utilizzo a pieno regime. Magari avranno anche difficoltà ad utilizzarla“. Il progetto sarà fallimentare per Mario, 33 anni. “Lasciare il diritto di scaricarla non porterà un buon risultato e molti saranno esclusi. Se fosse obbligatoria la vedrei come una buona cosa perché garantirebbe anche a me di tutelarmi. Temo perciò che si creerà molta confusione e che qualcuno ne possa trarre vantaggio“. Pronta a scaricarla Fabrizia, 30 anni. “Sono favorevole. Ne va della nostra salute. Chiaro che bisognerà fare affidamento all’attendibilità di questa app“. Al momento indecisa Lina, 45 anni. “Ad essere sincera non ho ancora ben capito come dovrà funzionare e quindi oggi possiamo parlare di tutto e niente. Sono favorevole nel momento in cui dobbiamo tutti collaborare e tutelarci l’uno l’altro. Un pò scettica se venisse previsto il tracciamento degli spostamenti. Per chi e per quanto tempo dovrebbe valere?

Quello che sembra scongiurata è una possibile esclusione da luoghi o servizi di chi non sarà tracciato dall’app. “Non avrebbe senso anche perché verrebbe meno la libertà di ognuno di scaricare l’applicazione“, ha aggiunto Pacitti. Ma ci sono ancora tanti punti da chiarire. Il Garante della Privacy, oltre al principio della volontarietà e della trasparenza (e altri aspetti), ha sottolineato una serie di criteri da seguire, ossia che: “gli utenti ricevano, prima dell’attivazione dell’applicazione, un’idonea informativa; i dati personali raccolti dall’applicazione siano esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell’applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al Covid-19, individuati secondo criteri stabiliti dal Ministero della salute; il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti sia basato sul trattamento di dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati, con esclusione di ogni forma di geolocalizzazione dei singoli utenti; siano garantite su base permanente la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento nonché misure adeguate ad evitare il rischio di reidentificazione degli interessati cui si riferiscono i dati pseudonimizzati oggetto di trattamento; i dati relativi ai contatti stretti siano conservati, anche nei dispositivi mobili degli utenti, per il periodo, stabilito dal Ministero della salute, strettamente necessario al tracciamento e cancellati in modo automatico alla scadenza del termine; i diritti degli interessati di cui agli articoli da 15 a 22 del Regolamento possano essere esercitati anche con modalità semplificate“. Inoltre “i dati raccolti attraverso l’applicazione non possono essere utilizzati per finalità diverse da quella di cui al medesimo comma 1, salvo in forma aggregata o anonima per finalità scientifiche o statistiche. IIl mancato utilizzo dell’applicazione non comporta conseguenze in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati ed è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento. La piattaforma informatica utilizzata è realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico. Ogni trattamento di dati personali dovrà cessare al termine del periodo di emergenza secondo la tempistica espressamente indicata, con conseguente cancellazione dei dati trattati.“. Per il resto, non resta che attendere novità dal Governo. Intanto ieri il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato il decreto legge.

Fonte: https://www.molisetabloid.it/