Coronavirus, i consulenti del lavoro in prima linea per tutelare lavoratori e aziende: “Anche noi in emergenza”

Il presidente del Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Campobasso, Stefano Pacitti, spiega la criticità del momento:

“Ci stiamo occupando di tutto, senza sosta: F24, rateizzazioni, cassa integrazione per  assicurare il dialogo tra Stato e apparato sociale. E, contemporaneamente, viviamo le difficoltà di tutelare i nostri dipendenti, i nostri studi professionali. Ai datori di lavoro occhio alle bufale. La misura delle 600 euro. Cifre e ‘trattamenti’ dovrebbero esser concepiti in linea con le responsabilità e le competenze espresse”.

Il momento è delicato. Gli equilibri precari, la tensione a livelli d’allerta. Ma il Paese non può fermarsi, ne’ i suoi apparati possono conoscere il guado dell’immobilismo: seppur nella criticità, all’emergenza “Coronavirus” bisogna rispondere con solerzia, consapevolezza, senso di responsabilità e spirito solidale. Talvolta, con abnegazione e non senza rinunce pesanti.

Lo sa bene chi è in prima linea in queste settimane difficili; non solo medici e infermieri – il cui sacrificio ed il cui impegno tengono acceso ogni giorno il lume della speranza – ma anche altre categorie professionali stanno dando grande dimostrazione di senso civico e dedizione alla causa nazionale: tra queste i Consulenti del Lavoro.

Anche il Consiglio Provinciale di Campobasso – nella persona del presidente Stefano Pacitti – ha voluto sottolineare tutta la drammaticità del momento; un momento che gli Iscritti all’Ordine stanno vivendo con una certa preoccupazione e tra mille difficoltà, continuando tuttavia ad esprimere il più alto livello di professionalità a tutela di imprese e lavoratori:

“Le recenti disposizioni giustamente varate dal Governo per arginare gli effetti del Covid 19 – ha spiegato Pacitti – hanno inquadrato la nostra come una delle attività essenziali che in queste settimane stanno continuando ad operare regolarmente, senza sosta alcuna. Ora più che mai, dunque, in un momento così complesso, noi rappresentiamo il punto di congiunzione e dialogo tra lo Stato e quell’apparato sociale costituito da aziende e lavoratori. Siamo in prima linea a combattere questa emergenza”.

Anche perché, proprio in virtù della nuova situazione, imprese e attività produttive si trovano d’improvviso a fare i conti con scenari fino a pochi mesi fa impronosticabili:

“Per favorire lavoratori e aziende – continua il presidente del Consiglio Provinciale di Campobasso – mettendo al loro servizio le nostre competenze, ci stiamo occupando praticamente di tutto: dalla cura degli F24 alle rateizzazioni, fino alle disposizioni relative alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali in genere. Nonostante il momento critico, nonostante la sua drammaticità, noi ci siamo e continueremo ad esserci”.

Poi, un appello specifico a tutti i datori di lavoro: occhio alle bufale.

“Ai datori di lavoro rivolgiamo un accorato appello: lasciateci svolgere la nostra professione. Siamo aggiornati in tempo reale su tutte le novità normative. Bisogna fare attenzione, perché sul web o sulle chat di gruppo circolano documenti non ufficiali, che oltre a confondere le idee ci fanno perder tempo prezioso; tempo che invece dobbiamo necessariamente dedicare all’approfondimento e allo studio degli strumenti a supporto della collettività”.

Il provvedimento delle 600 euro “una tantum” come soluzione?

“Siamo in prima linea, nonostante tutto. E questo non è un dettaglio, perché anche noi ci troviamo ad affrontare la straordinaria negatività del periodo; non ne siamo certo immuni. Eppure – spiega Stefano Pacitti – continuiamo a difendere i nostri collaboratori, i nostri dipendenti, i nostri studi professionali, esprimendo un lavoro e una competenza che si riversano positivamente su tutta la collettività: in ambito locale come sul fronte nazionale. Cifre e ‘trattamenti’ dovrebbero forse esser concepiti e strutturati in linea con responsabilità e competenze espresse. E, in questo senso, noi stiamo continuando ad assolvere pienamente la nostra funzione sociale, a testimoniare la nostra presenza, la nostra vicinanza al Paese e al suo sistema anche e soprattutto in questi tempi di estrema difficoltà”