Difendiamo le legalità nei rapporti di lavoro

La favola che si può ridurre il costo del lavoro affidando in appalto i lavoratori non ci convince!

Il perdurare della situazione pandemica ha innescato una profonda crisi economica nella quale i rischi e gli abusi a danno di imprese e lavoratori sono diventati striscianti, pressanti e diffusi.

Da qualche anno si sono affacciate sul mercato fantomatiche società che, offrendo personale a buon mercato, assumono direttamente il personale delle imprese, con appalti spesso fraudolenti,
promettendo una consistente riduzione dei costi dal lavoro.

Le conseguenze?

Il costo del lavoro si riduce troppo spesso in danno dei lavoratori e degli enti previdenziali ed assistenziali, le inafferrabili società ci guadagnano ed a perderci, oltre ai lavoranti, è il datore di lavoro che sovente, per il principio della responsabilità solidale, si trova coinvolto in recuperi retributivi e contributivi, oltre che nel pesante regine sanzionatorio che colpisce l’appalto illecito posto in essere al fine di eludere, in tutto o in parte, i diritti dei lavoratori derivanti da disposizioni inderogabili di legge o di contratto collettivo.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a questi fenomeni che sul piano formale lasciano la titolarità dei rapporti di lavoro in capo a queste società (a volte create ad hoc) ma che in sostanza continuano ad operare presso il datore di lavoro che, a volte ignaro, rischia di compromettere la propria attività.

In assenza degli elementi sostanziali e formali dell’appalto si configura l’ipotesi di somministrazione abusiva a carico dello pseudo appaltatore con conseguente utilizzazione illecita del datore di lavoro.

Questo comporta che il lavoratore può richiedere la costituzione del rapporto di lavoro alle dipendenze del committente.

“In presenza di un appalto non genuino le retribuzioni dei lavoratori restano a carico dell’appaltatore, ma le inadempienze contributive si addebitano al committente. È quanto prevede l’Ispettorato nazionale del lavoro con la circ. n. 10/2018 per mezzo della quale sono state fornite, al personale ispettivo, specifiche indicazioni operative.

Per contrastare, inoltre, il preoccupante fenomeno del dumping sociale nell’iter di conversione in legge del “Decreto Dignità”, ha ripristinato il reato di somministrazione fraudolenta di
manodopera. In virtù di queste novità, il quadro punitivo che ne consegue prevede un apprezzabile aggravamento della posizione dello pseudo committente”

Troppi millantatori di grandi scoperte indicano alle aziende la “strada giusta” per beneficiare di sgravi, esoneri o sconti fiscali suggerendo dei trucchetti home made che quasi sempre si rivelano essere sbagliati e controproducenti.

La riduzione del costo del lavoro si ottiene anche e soprattutto affidandosi a professionisti del settore grazie ai quali è possibile pianificare le strategie contributive e fiscali anche e soprattutto attraverso le attribuzioni che la legge gli ha affidato (certificazione dei contratti, ASSECO, formazione professionale, assidua ed efficace vigilanza per la tutela del titolo professionale…)

I Consulenti del Lavoro sono in prima per garantire il rispetto delle norme e dei “venditori di fumo” che compromettono i già precari equilibri della nostra comunità con il solo obiettivo di rimpinguare le proprie casse a danno della collettività.

In questo momento di crisi diventa fondamentale il supporto continuo alle aziende clienti, agli imprenditori che hanno fiducia in noi in quanto figura professionale garante della legalità,
imprenditori disorientati dalla situazione contingente, ai quali dobbiamo illustrare i rischi di restare vittime di certe lusinghe e far sentire loro che comprendiamo le loro difficoltà e che intendiamo
preservarli dal “maggior danno” di lasciarsi convincere, affidandosi a siffatti ” manovratori di personale a basso costo”.

Il Presidente
Stefano Pacitti